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Antibiotici: la minaccia della resistenza antimicrobica

Negli anni ’40, l’introduzione della penicillina- scoperta da Alexander Fleming, ha rivoluzionato la medicina. Le infezioni che prima causavano la morte di migliaia di persone sono diventate curabili in poche settimane.

È stata, indubbiamente, una delle più grandi conquiste della scienza moderna.

Oggi, quegli stessi antibiotici che ci hanno salvato la vita per decenni stanno perdendo efficacia. Il motivo? La resistenza antimicrobica, un problema globale che mette in pericolo la salute di tutti.

L’Italia è il Paese europeo che presenta più criticità, sia a livello di resistenza antimicrobica, che di consumo pro capite di antibiotici: ogni anno più di 12000 pazienti muoiono a causa di infezioni resistenti agli antibiotici.

Secondo l’OMS i patogeni “critici” più difficili da debellare sono: Acinetobacter, Klebsiella, Escherichia Coli e Pseudomonas.

Che cos’è la resistenza antimicrobica?

Quando parliamo di resistenza antimicrobica, ci riferiamo alla capacità di alcuni microbi (soprattutto batteri) di sopravvivere nonostante la presenza di antibiotici. In altre parole, i farmaci che un tempo uccidevano questi batteri non funzionano più.

Attenzione: non è il nostro corpo che diventa resistente, ma sono i batteri stessi che, attraverso mutazioni genetiche o “scambi di informazioni” tra loro, imparano a difendersi dagli antibiotici.

Il risultato? Infezioni più difficili (e talvolta impossibili) da debellare, ricoveri più lunghi, terapie più costose e, nei casi più gravi, più decessi.

Le origini del problema

La resistenza antimicrobica non è apparsa all’improvviso, e non è colpa di un singolo evento. È il frutto di anni di cattive abitudini nella gestione degli antibiotici, sia in ambito medico che agricolo. Consideriamo le cause principali, una ad una:

  • Uso eccessivo di antibiotici

Spesso gli antibiotici vengono prescritti anche quando non servono, come nel caso di infezioni virali (influenza, raffreddore, Covid-19). Gli antibiotici funzionano solo contro i batteri, non contro i virus.

  • Automedicazione

Molte persone prendono antibiotici senza prescrizione, magari avanzati da una cura precedente o suggeriti da amici e familiari. Questo comportamento è molto pericoloso.

  • Interruzione prematura della terapia

Interrompere l’assunzione degli antibiotici appena ci si sente meglio, senza finire il ciclo completo, permette ai batteri più resistenti di sopravvivere e moltiplicarsi.

  • Uso di antibiotici negli allevamenti

In molti Paesi, gli antibiotici vengono dati agli animali non solo per curare malattie, ma anche per favorire la crescita. I residui di questi farmaci possono poi finire nella catena alimentare e nell’ambiente, contribuendo allo sviluppo della resistenza.

Perché dovremmo preoccuparci?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno oltre 1 milione di persone muoiono a causa di infezioni resistenti agli antibiotici. E il numero è in crescita.

Le infezioni comuni, come una semplice infezione urinaria, potrebbero presto diventare incontrollabili.

Interventi chirurgici, che oggi diamo per scontati (come cesarei o trapianti), diventerebbero molto più rischiosi se non potessimo prevenire le infezioni post-operatorie.

Cosa possiamo fare, nel nostro piccolo?

Ognuno di noi può contribuire a combattere la resistenza antimicrobica con piccoli ma importanti gesti quotidiani. Ecco alcuni consigli pratici che ogni giorno ricordiamo in farmacia:

Segui sempre la prescrizione del medico

Prendi gli antibiotici solo quando necessari e sempre sotto controllo medico. Non insistere per avere una prescrizione se il medico dice che non serve, non fare riferimento agli antibiotici che un amico o un parente ha già preso e che sono stati efficaci. In questo caso, il passaparola o il fai da te è il peggior nemico per la salute!

Completa la terapia

Anche se ti senti meglio, non interrompere la cura prima del tempo stabilito. I batteri più resistenti potrebbero sopravvivere e tornare più forti.

Non usare antibiotici “avanzati”

Non conservare antibiotici per il “prossimo raffreddore”. Se ti ammali di nuovo, rivolgiti al medico, non all’armadietto dei medicinali.

Vaccinarsi

Molte infezioni batteriche si possono prevenire con i vaccini. Meno infezioni = meno bisogno di antibiotici. L’esempio più immediato è la vaccinazione antinfluenzale: proteggersi dalla banalissima influenza, può evitare che una persona anziana o debole dal punto di vista immunitario sviluppi complicazioni che necessitano di trattamenti antibiotici (placche in gola, tosse persistente, etc)

Igiene e prevenzione

Lavati spesso le mani, cucina correttamente gli alimenti, proteggiti nei luoghi pubblici.

Prevenire è meglio che curare… soprattutto se la cura non funziona più!

La resistenza antimicrobica non è un problema del futuro: è già qui, e ci riguarda tutti.

I nuovi antibiotici

Recentemente lo staff di ricerca della McMaster University, guidati dal Gerry Wright, ha scoperto un microrganismo – il Paenibacillus- che produce naturalmente un antibiotico, la Lariocidina, efficace contro batteri resistenti e privo di effetti tossici.

In particolare, la lariocidina sarebbe efficace contro i batteri Gram positivi, come lo Staphylococcus aureus e Streptococcus spp.

Una scoperta rivoluzionaria che, se confermata dagli studi clinici, potrà finalmente fare la differenza: le ultime classi di antibiotici efficaci risalgono a 30 anni fa e, al momento, solo 4 sono attivi contro almeno un patogeno critico.

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